Creata il 17-02-2017 alle 04:50 da segreteria
Il progetto è frutto di un lungo lavoro preparatorio che ha visto coinvolti i comuni della zona, l’ASL locale, le scuole del territorio con i genitori degli alunni frequentanti.
Il tutto è partito a seguito di una legge regionale (L 285/97) emanata per finanziare progetti a sostegno dell’infanzia e dell’adolescenza. Stimolati da questa gli enti territoriali si sono posti una domanda fondamentale: si puo’ star bene a scuola? Alla questione si è risposto affermativamente a patto che ogni componente (territorio, docenti, genitori), rispettando il proprio ruolo, si senta coinvolto in un processo educativo condiviso.
Per verificare questa affermazione si è cercato un argomento di confronto sul quale non sempre scuole e famiglie si sono trovate d’accordo e che nel contempo fosse centrale nel processo educativo: i compiti.
Sulla questione si è discusso a lungo, guidati da una psicologa, tra insegnanti di ordini di scuola diversi, rappresentanti dei genitori, rappresentanti degli alunni di scuola media. Il fatto stesso di trovarsi tutti seduti intorno ad un tavolo per discutere della questione è stato importante perché ha permesso di mettere sul tavolo dubbi, perplessità, pregiudizi, convinzioni, critiche che, messi alla luce, hanno dato luogo ad un vivace e niente affatto scontato confronto. Basti riflettere su alcune delle domande che ci si è posti per constatare quanti risvolti e sfaccettature assume il problema in oggetto:
I compiti hanno un valore formativo? Servono?
• Possono integrare/sostituire quanto non svolto in classe?
• E’ giusto coinvolgere i genitori nel loro svolgimento?
• Possono essere dati come punizione?
• Vanno assegnati durante le vacanze? Se sì, in quale quantità?
• Migliorano il rendimento scolastico?
• Si possono quantificare?
• Quanto è un limite ragionevole di impegno chesi può richiedere ai nostri alunni/figli al di fuori dell’orario scolastico?
• Devono essere assegnati a tutti gli stessi compiti?
• I compiti non rischiano di aumentare il divario tra chi ha alle spalle una famiglia che può seguire il figlio rispetto a chi si trova in situazioni difficili?
• I compiti vengono tutti corretti?
• Viene valorizzato lo sforzo nell’eseguirli?
• Si copiano i compiti?
• Sono svolti in autonomia?
• I compiti sono distribuiti equamente nel corso della settimana o si concentrano in un determinato giorno?
• Sono solo ripetitivi?
Come si può immaginare il confronto è stato acceso, ma schietto e proficuo e, genitori e docenti, si sono trovati d’accordo sul fatto che:
Si è arrivati inoltre ad un importante PROTOCOLLO D'INTESA condiviso da docenti, alunni, genitori ed inserito nel POF d'istituto. L’impegno dei compiti deve basarsi sui seguenti tre importanti pilastri:
1. l’autonomia:
I compiti presuppongono la capacità/volontà di registrazione sul diario;
I compiti devono poter essere svolti senza l’ausilio di altre persone;
perché gli stessi risultino utili richiedono la capacità di annotare le difficoltà incontrate (con un iniziale aiuto dei genitori).
2. significatività:
servono per capire se si ha capito;
servono per ripasso e rinforzo;
vanno sempre corretti;
servono al docente per rilevare le difficoltà;
vanno accolte da parte dei docenti tutte le difficoltà segnalate.
3. tempi controllati:
la nostra scuola non può e non vuole occupare completamente la vita degli alunni, che hanno il diritto di avere del tempo libero da utilizzare secondo la loro volontà.
Stabiliti questi criteri, per tre anni si è monitorato il tempo di esecuzione dei compiti ed abbiamo verificato che:
Abbiamo anche constatato che gli insegnanti sanno quantificare con buona precisione il tempo che un alunno medio impiega nell’esecuzione degli stessi. Il controllo dei tempi, secondo quanto riferito da vari genitori, è risultato importante anche per molti alunni che sono divenuti consapevoli degli impegni efettivi ed hanno saputo migliorare la gestione del loro tempo libero.
Un’apposita commissione compiti ha riflettuto anche sui compiti delle vacanze ed è arrivata alle seguenti decisioni che sono state presentate ed accolte dal Collegio Docenti:
Gli insegnanti si impegnano a confrontarsi per cercare di uniformare, a livello di plesso, la mole di lavoro;
E’ possibile, e a volte auspicabile (alunni dislessici, stranieri, …) l’assegnazione di compiti individualizzati.
Ai genitori i docenti chiedono di verificare una effettiva coerenza tra le dichiarazioni di principio qui esposte e ciò che effettivamente si verifica. Nel caso in cui si evidenziassero delle distanze tra quanto dovrebbe essere e quanto è in realtà, i genitori sono pregati di contattare il coordinatore di classe e discuterne con lui i motivi. E’ inteso che in casi particolari i compiti possano essere diversificati in quantità o difficoltà per non gravare eccessivamente sugli alunni che dovessero essere in difficoltà
Una collaborazione dei genitori è indispensabile per monitorare l’esperienza che comunque è seguita costantemente anche dal Dirigente Scolastico.
LE PRASSI OPERATIVE
1. AUTONOMIA DELLE PRASSI
AUTONOMIA: capacità di esprimere giudizi, di operare scelte, di assumere impegni sia sul versante personale che su quello delle relazioni interpersonali e della vita comunitaria. E’ una capacità che si esprime anche con significati più operativi e concreti, legati alla capacità e all’auto organizzazione del bambino e del ragazzo in rapporto ai propri impegni
INSEGNANTI
ALUNNI
FAMILIARI
2) SIGNIFICATIVITA’ DEGLI ADEMPIMENTI
SIGNIFICATIVITA’: Capacità di esprimere coerenza tra scopi dichiarati e azioni intraprese e richieste, sulle basi di significati assunti come provvisti di valore
INSEGNANTI
ALUNNI
FAMILIARI
(*) Lista delle Strategie
Riteniamo che non esista un metodo migliore di un altro. Se tutte le discipline offrono modelli di lavoro, allora diventa decisiva la qualità delle conoscenze e delle esperienze di apprendimento che un allievo compie a scuola.